Pensioni: Cosa dice l'INPS sui Contributi Prescritti

Data pubblicazione: 2018-09-05
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Pensioni: Cosa dice l'INPS sui Contributi Prescritti

Che cosa dice la normativa sui contributi prescritti: la nota chiarificatrice dell’Inps in merito.

I lavoratori pubblici potranno presentare regolare richiesta di variazione della posizione assicurativa anche oltre il 31 dicembre.

Ai datori di lavoro che aggiorneranno le posizioni oltre il termine spetta un onere.

Sui contributi prescritti INPS è lo stesso Istituto di Previdenza a fare chiarezza in una nota pubblicata il 13 agosto.

In merito alla prescrizione dei contributi dei dipendenti iscritti alle gestioni pubbliche, confluite nell’INPS, l'Istituto di Previdenza nazionale sottolinea che "la posizione assicurativa con contributi prescritti può essere sistemata anche dopo il primo gennaio 2019".

La data risulta determinante per i rapporti fra l'INPS e i datori di lavoro pubblici "perché mutano le conseguenze del mancato pagamento contributivo accertato dall’Istituto" e i datori di lavoro pubblici dovranno necessariamente sostenere un onere. 

Nessuna prescrizione per i lavoratori delle P.A. a partire dal 1° gennaio 2019

In pratica i lavoratori delle pubbliche amministrazioni a partire dal 1° gennaio 2019 non dovranno subire prescrizione alcuna sul diritto al riconoscimento dei contributi pensionistici.

In linea con le disposizioni INPS il 31 dicembre 2018 non dovrà essere considerato come termine definitivo entro il quale l’iscritto/dipendente pubblico deve chiedere la variazione della propria posizione assicurativa "ma come il termine che consente al datore di lavoro pubblico di continuare ad applicare la precedente prassi consolidata nella Gestione dell’ex INPDAP che individuava la data di accertamento del diritto alla contribuzione di previdenza e assistenza come giorno dal quale inizia a decorrere il termine di prescrizione".

Il 31 dicembre 2018 non scatta alcun termine decadenziale per i lavoratori

È assodato che i lavoratori pubblici potranno anche oltre il termine del 31 dicembre presentare regolare richiesta di variazione della posizione assicurativa.

In pratica la data di fine anno non è un termine decadenziale per i lavoratori.

Dal 1° gennaio i flussi di denuncia verranno gestiti in base alle nuove regole

Come chiarisce l'Istituto di previdenza i flussi di denuncia di cui disporrà l'INPS dal 1° gennaio 2019 godranno di una gestione in perfetta linea con le nuove indicazioni.

Quindi i datori di lavoro pubblici potranno continuare ad aggiornare le posizioni assicurative dei dipendenti, ma per i flussi trasmessi da inizio d'anno dovranno necessariamente sostenere un onere, come stabilito nella circolare INPS 169/2017.

L'obbligo dell'onere del trattamento di quiescenza è riferito ai periodi nei quali si è rilevata la prescrizione e come base di calcolo dovrà essere utilizzato il criterio della rendita vitalizia.

I dipendenti che desiderano verificare la posizione assicurativa di cui godono possono farlo facilmente accedendo direttamente all'estratto conto grazie all'utilizzo del PIN

Pensare alla pensione di fatto non è mai tempo sprecato e quindi il calcolo dei contributi è lecito se si considerano le necessità che interverranno quando si smetterà di lavorare.

Per garantirsi un futuro solido e tranquillo vale la pena considerare l'ipotesi di fruire di un fondo pensione integrativo.

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Contributi prescritti: ecco le eccezioni

Le eccezioni che confermano la regola in fatto di contributi prescritti sono messe in chiaro dall'INPS e considerano:

  • gli iscritti alla Cassa Pensioni Insegnanti (CPI), ovvero i maestri delle scuole primarie paritarie pubbliche e private;
  • gli insegnanti degli asili in qualità di enti morali e delle scuole dell'infanzia comunali.

Risultano esclusi i docenti MIUR.