Responsabile Solo il Datore per Infortuni sul Lavoro

Data pubblicazione: 2020-04-17
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Responsabile Solo il Datore per Infortuni sul Lavoro

Nessun concorso di colpa per il lavoratore imprudente in materia di infortuni sul lavoro: questo quanto affermato dalla Cassazione con una recente sentenza.

L'inosservanza delle norme poste a tutela della protezione dei lavoratori può portare a infortuni sul lavoro, talvolta anche molto gravi. La legge obbliga quindi, oltre al rispetto meticoloso delle norme sulla sicurezza anche, alla stipula da parte dei datori di lavoro di una polizza assicurativa obbligatoria che va a coprire i danni che lo stesso datore è tenuto a risarcire ai lavoratori per gli infortuni da questi subiti sia sul luogo di lavoro che sul tragitto che questi percorrono per andare da casa verso il luogo di lavoro e viceversa (cd. infortunio in itinere). Occorre specificare che ci sono tutta una serie di casi in cui la Suprema Corte ha escluso la responsabilità del datore di lavoro per gli infortuni subiti dai suoi dipendenti ma a destare particolare interesse è stata la recente sentenza n. 30679 della Cassazione del 25 novembre 2019 con la quale si è affermato che, in caso di infortunio, la condotta imprudente o colposa del lavoratore non comporta concorso idoneo a ridurre il risarcimento. Vediamo adesso qual'è il fatto dal quale è scaturita questa decisione e cosa ha affermato la Cassazione in questa importante sentenza.

Sentenza della Corte di Cassazione n. 30679 del 2019: il fatto

Un lavoratore, pur avvertito dal proprio datore di lavoro dell'esigenza di rinviare ad un momento successivo le operazioni di smontaggio di un capannone metallico, a causa di insussistenza del numero necessario di addetti, decide autonomamente di procedere venendo così investito dal crollo della struttura. Il lavoratore a questo punto agisce in giudizio per ottenere dal proprio superiore il risarcimento dei danni derivanti dall'infortunio subito. Si pronuncia, in seconda istanza, la Corte d'appello di Trieste che quantifica il risarcimento del danno nella misura del 35% del totale, sulla base di un concorso di colpa del 65% attribuito allo stesso lavoratore che ha subito l'infortunio. Adducendo come motivazione il fatto che il lavoratore fosse stato preventivamente avvertito della pericolosità dell'attività.

Su quali circostanze si fonda la sentenza della Corte di Cassazione n. 30679 del 2019

Dopo la decisione della Corte d'appello di Trieste il lavoratore propone ricorso alla Corte di Cassazione che ribalta quanto deciso in secondo grado. La Suprema Corte evidenzia che nel giudizio d'appello, nonostante il comportamento imprudente e incauto del ricorrente, non si sono prese in debita considerazione due diverse circostanze.

  • Il soggetto delegato dal datore di lavoro nonostante in un primo momento abbia invitato il lavoratore (ricorrente) a rinunciare all'idea di eseguire le operazioni di smontaggio del capannone ha poi fornito indicazioni su come procedere.
  • Lo stesso datore di lavoro, una volta venuto a conoscenza della circostanza che il lavoratore autonomamente aveva comunque deciso di dare inizio alle operazioni di smontaggio, non si è immediatamente attivato per impedire e arrestare l'attività.
Partendo da queste due circostanze si è affermato che il comportamento incauto della vittima resta privo di rilievo giuridico a fini risarcitori tutte le volte in cui risulta plausibile pensare che se il datore avesse adempiuto ai propri obblighi la condotta imprudente del lavoratore non ci sarebbe stata.

La decisione contenuta nella sentenza della Corte di Cassazione n. 30679 del 2019

La Suprema Corte nella recente sentenza ribadisce che in presenza di comportamenti colposi da parte del lavoratore trova applicazione l'art 1227 del codice civile (che prevede una riduzione del risarcimento che sia proporzionale alla colpa del lavoratore stresso). Successivamente però la Cassazione chiarisce che il comportamento incauto del lavoratore non comporta automaticamente un concorso di colpa idoneo a ridurre il risarcimento dovuto dal datore di lavoro anzi quest'ultimo sarà tenuto a risarcire integralmente il danno da infortunio ogni qual volta la violazione di un suo obbligo di prevenzione abbia avuto un'incidenza esclusiva rispetto al verificarsi dell'evento dannoso.

Infortuni sul lavoro: l'importanza, per il datore di lavoro, di sottoscrivere un'assicurazione privata

Ogni datore di lavoro è tenuto, oltre ad adottare tutte le misure necessarie e conformi alla normativa sulla salute e sicurezza sul luogo di lavoro, a sottoscrivere un'assicurazione Inail contro i danni fisici derivanti da infortuni causati ai lavoratori nello svolgimento delle loro attività professionali. Con la stipula della polizza assicurativa Inail sarà lo stesso Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro a risarcire il danno al lavoratore salvo poi rivolgersi al datore di lavoro qualora venga accertata, in sede penale o civile, la sua responsabilità per violazione delle norme di prevenzione. Per questo motivo molte imprese si tutelano da questi rischi stipulando delle assicurazioni private.