La Parcella dell’Avvocato tra Processo Telematico e Nuove Tariffe

Data pubblicazione: 2018-12-17
Tempo di lettura stimato: 6 minuti
La Parcella dell’Avvocato tra Processo Telematico e Nuove Tariffe

Tutto sulla parcella avvocato dopo le tariffe introdotte dalla Riforma dell’Ordinamento Forense

Nel 2017 sono entrati in vigore i decreti delegati della riforma dell’Ordinamento Forense che ha cambiato la parcella dell’avvocato stabilendo nuove tariffe. La riforma ha dettato regole precise sui compensi per gli avvocati secondo uno schema stabilito dal Consiglio Nazionale Forense.

Si fa innanzitutto una chiara distinzione tra assistenza, consulenza e mediazione e viene chiarito il metodo per effettuare il calcolo della parcella dell’avvocato penale.

La Parcella dell’Avvocato tra Consulenza e Assistenza

Una delle novità più rilevanti in merito alla parcella dell’avvocato, è stata appunto quella di distinguere tra consulenza e assistenza.

  • La consulenza si riferisce a brevi periodi oppure a singoli episodi durante i quali l’avvocato mette a disposizione la propria professionalità nei confronti di un cittadino per una controversia specifica;
  • L’assistenza invece presuppone un’attività continuativa e prolungata nel tempo.

La tabella messa a punto dal Cnf quindi stabilisce regole precise in grado di calcolare la parcella sia in caso di consulenza, conteggiando quindi le ore dedicate all’attività che per l’assistenza.

La parcella dell’Avvocato in caso di mediazione

In caso di attività di mediazione, per calcolare la parcella dell’avvocato si possono seguire due strade:

  • Calcolare il compenso secondo i criteri utilizzati per l’attività stragiudiziale;
  • Calcolarla in base ai parametri presenti nelle nuove tabelle.

Se si decide di fare ricorso ai parametri delle nuove tabelle, la parcella sarà proporzionata al valore della mediazione per ciascuna delle tre fasi della mediazione. Secondo il Dm 37/2018 infatti, il calcolo del compenso per l’attività svolta dall’avvocato in un procedimento di mediazione va fatto sulla base del valore della mediazione dichiarata nell’istanza, per ciascuna delle tre fasi che sono:

  1. Fase di attivazione – Partecipazione al primo incontro
  2. Fase della negoziazione – Prosecuzione
  3. Accordo – Sottoscrizione del verbale di conciliazione.

In proporzione al valore della mediazione la parcella avvocato raddoppia ad ogni passaggio secondo un success fee; per una mediazione pari a circa 1000 euro, ad esempio, l’avvocato che raggiungerà l’accordo potrà ricevere una parcella di 360 euro, se si fermerà alla fase di negoziazione 180 euro e se parteciperà solo al primo incontro, 60 euro.

Non riceverà alcun compenso l’avvocato che non parteciperà neanche al primo incontro.

La parcella dell’avvocato e il decreto ingiuntivo

Secondo le regole stabilite dal Cnf, nel calcolo della parcella dell’avvocato rientra l’attività svolta nel suo intero, compresi il totale degli atti e le udienze di rinvio.

L’avvocato a volte deve ricorrere ad un decreto ingiuntivo per poter essere pagato. Il decreto ingiuntivo infatti serve per dimostrare al giudice una prova scritta del credito che si vanta nei confronti di un cliente.

Per ottenere un decreto ingiuntivo bisogna avere un accordo scritto sul compenso concluso con il cliente oppure una parcella controfirmata dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati (COA) di appartenenza.

La parcella dell’avvocato che lavora per un Ente pubblico

La parcella non può essere richiesta dall’avvocato senza l’incarico da parte dell’Ente al quale offre la sua prestazione. L’attività di un avvocato che lavori alle dipendenze di un ente pubblico, nel ruolo amministrativo e che esercita attività legale, deve essere inquadrata come rapporto di lavoro parasubordinato.

La Cassazione ha stabilito che l’avvocato inquadrato nel ruolo amministrativo che esercita attività legale esclusivamente a favore dell’ente, senza però un incarico in forma scritta, non ha diritto al pagamento della parcella essendo il suo inquadrato come rapporto di lavoro parasubordinato.

Parcella avvocato e gratuito patrocinio

La legge italiana assicura ai meno abbienti (coloro che abbiano un reddito annuo inferiore a 11.528,41) la possibilità di ricorrere al patrocinio a spese dello Stato. Questo significa che nel caso del gratuito patrocinio, a pagare la parcella dell’avvocato ci pensa lo Stato con un atto distinto e separato rispetto al provvedimento che chiude il giudizio.

Gli uffici giudiziari chiamati a liquidare la parcella dell’avvocato inoltre non devono chiedere ulteriori accertamenti all’ufficio finanziario sulla effettiva situazione reddituale della parte assistita.

Il gratuito patrocinio non va confuso con l’avvocato d’ufficio perché nel secondo caso la parcella deve essere pagata dal cliente. Se l’avvocato non dovesse riuscire a riscuotere il suo onorario (per irreperibilità del cliente o altro), può andare in compensazione per debiti fiscali e scalare le imposte e le tasse, Iva inclusa.

Da sottolineare che il Cnf ha stabilito che costituisce illecito disciplinare per l’avvocato (violazione dell’articolo 85 Dpr 115/2002) se questi dovesse chiedere un compenso al cliente ammesso al patrocinio a spese dello Stato.

Sull’argomento è intervenuta anche la Corte Costituzionale stabilendo anche che il compenso non spetta all’avvocato che deposita un ricorso inammissibile per una ragione prevedibile già prima del deposito. Questo per scoraggiare impugnazioni superflue e dilatorie, improduttive per la parte.

La giurisprudenza ha anche chiarito che lo Stato è tenuto a pagare la parcella dell’avvocato nel gratuito patrocinio anche in caso di mediazione obbligatoria, per la quale sia indispensabile la sua figura.

Parcella Avvocato e Processo Telematico

Il compenso dell’avvocato viene maggiorato del 30 % nel caso in cui dovesse ricorrere al processo telematico.

Lo ha stabilito il Ministero della Giustizia, con il Dm 37/2018 che è andato a modificare l’articolo 4 del precedente Dm 44/2014. Il testo riporta chiaramente che se l’avvocato deposita gli atti telematicamente e li redige utilizzando le tecniche informatiche, non solo permette una facile consultazione alle parti ma il suo compenso viene maggiorato.

Assicurazione Avvocato

Fare ricorso alle nuove tecnologie, accettare il gratuito patrocinio, essere un avvocato d’ufficio: le insidie per la professione legale sono molte. Il rischio di non essere pagati o di commettere anche solo un piccolo errore utilizzando le nuove tecnologie è sempre dietro l’angolo.

Stipulare un’assicurazione avvocato dopo l’entrata in vigore della riforma delle professioni oggi è un obbligo, una costrizione però che va a favore soprattutto al professionista che, grazie ad un prodotto pensato su misura, può tutelarsi al meglio.

La cosa più importante è fare una seria ricerca e valutare bene le garanzie proposte dalle varie compagnie prima di decidere per una polizza. Considerare se inserire oltre alla Rc, anche una garanzia infortuni, una per perdita di lavoro e così via.

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