Finanziamenti e agevolazioni per bad and breakfast, casa vacanze e affittacamere

Data pubblicazione: 2020-03-18
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Finanziamenti e agevolazioni per bad and breakfast, casa vacanze e affittacamere

Bad and breakfast, casa vacanze e affittacamere: chi può usufruire dei finanziamenti messi a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico

Negli ultimi anni, in Italia, sono cresciute esponenzialmente le strutture ricettive come bed and breakfast, affittacamere e casa vacanze, in grado di rappresentare delle valide e sempre più apprezzate alternative ai classici alberghi ed hotel. A spingere i turisti verso scelte ricettive alternative a quelle tradizionali non è solo la convenienza dei prezzi ma l'occasione di viaggiare rimanendo comunque avvolti e coccolati dal calore di un ambiente familiare. A fronte di questo vero e proprio boom sono sempre di più coloro che, disponendo di uno o più appartamenti, decidono di intraprendere questo genere di attività che sta riscuotendo sempre più successo. Ovviamente come può accadere in altre occasioni anche chi si approccia a questo tipo di attività si informa preventivamente sull'esistenza di prestiti, agevolazioni o finanziamento a fondo perduto. Prima di vedere, nello specifico, i finanziamenti previsti per ciascuna delle attività appena elencate e analizzare le differenza tra b&b, casa vacanze e affittacamere è bene ricordare che la legge prevede obbligatoriamente e in quasi tutte le Regioni italiane la stipula della polizza assicurativa sulla responsabilità civile per le strutture extralberghiere sopra citate.

Le differenze tra bed and breakfast, affittacamere e casa vacanze

Prima di vedere gli eventuali finanziamenti e agevolazioni previsti per l'apertura di un b&b, una casa vacanze e un affittacamere è necessario capirne le differenze. I bad and breakfast sono delle attività ricettive di tipo extralberghiero viste come un'integrazione del reddito familiare e, in base alla legge regionale, possono mettere a disposizioni degli ospiti da 6 fino ad un massimo di 12 posti letto. I b&b in pratica offrono un servizio di alloggio e prima colazione per un numero limitato di camere utilizzando parti di un'abitazione privata. Trattandosi di attività saltuarie e prettamente a conduzione familiare non vengono considerate delle vere e proprie attività imprenditoriali. Di conseguenza, chi ha intenzione di sfruttare un appartamento di proprietà o alcune parti della propria abitazione da adibire a b&b, non è obbligato a:

  • aprire Partita Iva;
  • iscriversi nel Registro delle Imprese;
  • pagare le imposte di Registro.
Infine i b&b non sono soggetti agli obblighi burocratici previsti invece per gli affittacamere. Alla stessa disciplina dei b&b sono soggette le case vacanza, strutture arredate e dotate di servizi igienici e di cucina autonomi concessi in locazione a turisti con contratti di durata non inferiore a una settimana e non superiore a sei mesi. Anche per le case vacanza non è necessario aprire Partita Iva ma bisogna stipulare regolari contratti di locazione turistica. Chi invece vuole svolgere un'attività di affittacamere deve necessariamente aprire Partita Iva e rispettare gli obblighi e gli iter burocratici previsti per l'apertura di qualsiasi altra attività imprenditoriale. Il numero minimo e massimo di camere e di posti letto viene stabilito singolarmente dalla varie Regioni, con apposite leggi. Insomma, rispetto ai proprietari di b&b e di case vacanze, l'affittacamere è una vera e propria figura professionale che può dar luogo a un'impresa individuale o a una società.

Finanziamenti e agevolazioni per bed and breakfast e case vacanza

Sia i b&b che le case vacanze non rientrano tra le attività imprenditoriali. Questo ovviamente preclude l'accesso ai finanziamenti pubblici. Nonostante ciò alcune regioni prevedono la concessione di finanziamenti specifici per l'apertura di questo genere di strutture extralberghiere. Per conoscerne l'esistenza basta consultare la Camera di Commercio, gli enti preposti per il Turismo e le altre istituzioni della propria Regione. Se non esistono finanziamenti o non si è in possesso dei requisiti richiesti la soluzione migliore è quella di chiedere un prestito personale, per importi però non superiori a 30mila euro con una durata di rimborso fino a 10 anni, presso una banca o un qualsiasi altro istituto finanziario. Per importi superiori invece si consiglia il prestito ipotecario perché prevede tassi d'interesse più bassi e una durata che può arrivare fino a 30 anni.

Finanziamenti e agevolazioni per affittacamere

L'affittacamere viene considerata una vera e propria attività imprenditoriale, di conseguenza può accedere ai finanziamenti pubblici previsti da Regioni, Province, Camere di Commercio, Comuni e istituzioni internazionali. Attualmente esiste un bando attivo su tutto il territorio nazionale volto a finanziare tutte le attività ricettive fino ad un importo massimo di 50mila euro. L'importo viene erogato per l'acquisto di arredamento, attrezzature, impianti e solo in minima parte può essere destinato per opere di ristrutturazione dei locali. Questa particolare forma di finanziamento offre tre vantaggi:

  • la possibilità di iniziare a restituire la somma ricevuta in prestito dopo sei mesi dall'inizio dell'attività;
  • nessun tasso d'interesse, non a caso si parla di finanziamento a tasso zero;
  • una durata di 7 anni anziché 5.
Altri importanti contributi a fondo perduto per il turismo sono quelli erogati dall'agenzia Invitalia. I finanziamenti relativi al bando Cultura Crea si rivolgono alle imprese turistiche con contributi fino a 400mila-500mila euro a seconda che si tratti di nuove imprese o imprese già esistenti. Le somme verranno erogate sia in forma di finanziamenti a tasso zero che di contributi a fondo perduto e serviranno a coprire fino all'80% delle spese ammissibili o il 90% in caso di imprese femminili o di giovani. Chi invece vive nelle Regioni del sud Italia e ha un'età compresa tra i 18 e i 45 anni può sfruttare lo strumento Resto al Sud che assegna 50mila euro per ciascun socio fino ad un massimo di 200mila euro. Il 35% dei 50mila euro previsti per ciascun socio sono a fondo perduto mentre il restante 65% del finanziamento va rimborsato, in 8 anni e con 2 anni di pre ammortamento, senza prevedere l'applicazione di nessun tasso d'interesse. Resto al Sud non ha una data di scadenza e i fondi (1,25 miliardi di euro) saranno disponibili fino ad esaurimento.