Commercialista: Sospensione se Consiglia al Cliente come Violare una Legge

Data pubblicazione: 2019-05-07
Tempo di lettura stimato: 4 minuti
Commercialista: Sospensione se Consiglia al Cliente come Violare una Legge

Ecco perché il commercialista rischia la sospensione se consiglia al cliente come violare la legge

Dal 1° gennaio del 2017 è entrato in vigore un nuovo Codice relativo alle sanzioni disciplinari approvato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili.

Che cosa succede in caso commercialisti ed esperti contabili non osservino scrupolosamente obblighi, principi e divieti definiti dal Codice deontologico che disciplina nello specifico la categoria? Quali sanzioni disciplinari sono previste dal nuovo Codice in vigore?

Le possibilità sono tante e variano dalla censura alla sospensione dall’esercizio della professione fino ad arrivare all’effettiva radiazione dall’Albo.

Il dottore commercialista corre spesso il rischio di essere ritenuto responsabile per gli eventuali reati connessi all’esercizio dell’attività? di consulenza contabile, tributaria e societaria.

I casi specifici

Nello specifico i casi più? consueti e ricorrenti nei quali il commercialista si è visto chiamato a rispondere per concorso con il cliente sono i delitti di evasione fiscale (d.lgs. n. 74/2000), i reati di false comunicazioni sociali (artt. 2621 e ss. c.c.) e il reato di bancarotta fraudolenta (artt. 261 e 223 r.d. n. 267/1942).

Determinate condotte possono dar luogo a responsabilità penale del commercialista anche ad altro titolo.

Una commissione nominata dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti in merito allo studio dei problemi di diritto penale dell’economia, ha precisato che sussiste responsabilità? penale del professionista, a titolo di concorso, quando si verifica una situazione di dolo.

Nei reati tributari, per riportare un esempio, una falsa dichiarazione per conto del cliente può? essere materialmente resa dal dottore commercialista, ma quest’ultimo ne risponde soltanto se viene dimostrato che fosse a conoscenza della falsità dei documenti sui quali è fondata la dichiarazione.

Il dottore commercialista si trova a lavorare spesso su elementi forniti esclusivamente dal cliente. Se inesattezze e falsità di dati tributari o contabili non sono riconosciute o riconoscibili dal professionista, soltanto il cliente sarà chiamato a rispondere dell’eventuale reato commesso.

L’attività? svolta dal dottore commercialista nei confronti dell’interessato si delinea in questo caso come una mera consulenza.

Le confidenze del cliente

Spesso accade che il cliente confidi al proprio commercialista di aver operato illecitamente e voglia conoscere le eventuali conseguenze penali e non della propria condotta. In questo caso, se il cliente decide di violare le norme penali, la responsabilità penale resta esclusivamente la sua.

In generale si potrebbe configurare una mera connivenza del professionista, irrilevante da un punto di vista penale, a meno che il commercialista non collabori attivamente, positivamente e propositivamente all’attuazione del fatto illecito, o in qualche modo lo avalli.

Consigli pratici

Se viene dimostrato che il commercialista ha fornito al cliente consigli pratici e perseguibili su come violare la legge per convenienza personale rischia di essere sanzionato in modo piuttosto grave con una sospensione dall’esercizio professionale, per un periodo che non può superare i due anni di tempo.

L’inibizione dall’esercizio della professione rappresenta una conseguenza piuttosto grave che viene imposta nel caso in cui il commercialista abbia compiuto azioni che possano aver arrecato discredito al prestigio della professione e dell’Ordine di appartenenza, oltre che in altri casi di conflitto di interessi.

Cosa rischia il commercialista

Nel caso in cui un commercialista continui ad esercitare la propria attività anche se   soggetto a provvedimento disciplinare di sospensione dall’esercizio della professione commette il reato di esercizio abusivo della professione, allo stesso modo di quando lavora senza essere iscritto all’albo di riferimento. Tale reato è decisamente molto grave e punibile con la reclusione fino a sei mesi o con una multa.

La responsabilità del professionista per la sua attività è tendenzialmente di natura contrattuale. Nel caso in cui il professionista svolga anche attività di consulenza tributaria può rischiare – oltre a dover risarcire i danni patrimoniali per violazione dell’obbligo di diligenza – anche a subire delle sanzioni amministrative tributarie se la sua azione abbia favorito o implicato l’attuarsi della condotta punibile del cliente.

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