Invalidità al 100%: come ottenere l’indennità di accompagnamento

Data pubblicazione: 2019-06-04
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Invalidità al 100%: come ottenere l’indennità di accompagnamento

Ecco i passaggi per ottenere l’invalidità di accompagnamento 100%

L’indennità di accompagnamento è una prestazione assistenziale riservata agli invalidi totali che prevede l’erogazione di un assegno mensile di importo prefissato. Questo tipo di prestazione non va confusa con la legge 104: per accedere all’assegno INPS, infatti, è necessario possedere requisiti specifici. Il riconoscimento di un handicap grave, di per sé, con comporta in automatico il diritto all’accompagnamento perché quest’ultimo prevede una procedura a parte. Vediamo come richiedere l’assegno e in quali casi viene corrisposto.

Handicap, invalidità e non autosufficienza

Il riconoscimento della legge 104 è previsto per i portatori di handicap, ovvero i soggetti colpiti da una minorazione – di tipo fisico, psichico o sensoriale – da cui derivi una condizione di svantaggio sociale. Quest’ultima può avere diversi livelli gravità e dà diritto a una serie di agevolazioni e benefici. Tra questi rientrano le agevolazioni fiscali per l’acquisto di veicoli e di ausili e per le spese destinate all’assistenza specifica, personale e domestica, nonché relative alle imposte di successione e donazione.

L’invalidità, diversamente, è definita come una riduzione della capacità lavorativa. Nel caso di soggetti che non siano in età lavorativa – minorenni e over 67 – la valutazione riguarda la capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età.

La definizione di non autosufficienza è invece legata all’impossibilità di compiere gli atti quotidiani senza assistenza permanente, o di camminare senza l’aiuto di un accompagnatore. Queste condizioni non sono necessariamente sovrapponibili: chi è affetto da invalidità, ad esempio, può non risultare portatore di handicap.

Chi ha diritto all’accompagnamento

L’indennità di accompagnamento spetta alle persone affette da invalidità civile totale e permanente del 100%. In aggiunta alla condizione di invalidità totale, il soggetto deve risultare non autosufficiente: ovvero, necessitare dell’aiuto di un accompagnatore per camminare o di assistenza per compiere le azioni quotidiane elementari.

Come anticipato, risultare portatore di handicap ovvero beneficiare della 104 non è un requisito sufficiente per accedere all’accompagnamento. Così come l’invalido totale può non risultare affetto da handicap, allo stesso modo il portatore di handicap deve possedere i requisiti già descritti in aggiunta alla propria condizione. L’invalidità totale, inoltre, non consente di ottenere l’indennità se non si accompagna alla condizione di non autosufficienza.

Per richiedere l’indennità di accompagnamento è necessario avere la residenza stabile e durevole in Italia. In alternativa, la legge prevede la possibilità di avere la cittadinanza in un Paese europeo con iscrizione all’anagrafe del Comune di residenza, o cittadinanza in un Paese extraeuropeo in presenza di un regolare permesso di soggiorno rilasciato da almeno un anno.

Prestazioni compatibili

L’indennità di accompagnamento non è compatibile con altri trattamenti come l’invalidità per cause di servizio, lavoro o guerra e con altre forme di indennità per l’assistenza personale continuativa. Può convivere invece con la pensione di vecchiaia e di reversibilità e con la pensione di inabilità civile. In caso di non compatibilità, è possibile optare per il trattamento più favorevole.

L’indennità può subire una decurtazione nel caso il disabile sia ricoverato presso una struttura sanitaria pubblica o un reparto riabilitativo o di lungodegenza. Caso diverso quello del ricovero in day hospital, per terapie non connesse all’invalidità o presso strutture che prevedono una retta totale o parziale a carico del disabile o dei suoi familiari. L’eventuale riduzione dell’assegno è calcolata in proporzione alla durata del ricovero, sulla base dell’apposita dichiarazione Icric.

Come richiedere l’indennità

L’erogazione dell’indennità di accompagnamento è subordinata al riconoscimento dell’invalidità civile totale e della condizione di non autosufficienza. La valutazione spetta, come nel caso del riconoscimento dell’handicap, a una commissione medica operante presso la Asl di riferimento.

Per attivare la procedura è necessario rivolgersi al proprio medico curante o a uno specialista convenzionato e richiedere il rilascio del certificato medico introduttivo, corredato da apposito codice da allegare alla domanda di accertamento sanitario. Il certificato è frutto di una valutazione mirata in base alla condizione specifica: invalidità, handicap o non autosufficienza. Il certificato viene quindi sottoposto all’Inps a cura del medico: a questo punto sarà possibile accedere al protocollo e presentare la domanda all’Inps, tramite il sito web o rivolgendosi al call center o a un patronato.

La commissione medica Asl procederà quindi a verificare le condizioni del disabile che, in caso di difficoltà a sostenere gli spostamenti, potrà ottenere di essere visitato presso il proprio domicilio. Se l’esito è positivo, una volta ricevuto il verbale il richiedente dovrà inviare all’Inps le informazioni utili per la verifica dei dati socio-economici e reddituali. In caso di esito negativo è prevista la possibilità di ricorso.

Importo dell’indennità di accompagnamento

Chi si vede riconosciuta l’indennità ha diritto a ricevere un assegno mensile il cui importo per il 2019 è fissato in 517,84 euro. Tale somma viene corrisposta per 12 mensilità, per un totale di 6.214 euro annui. L’assegno costituisce una prestazione di assistenza e non un reddito ed è dunque esente da Irpef. In quanto tale non può essere utilizzata per il calcolo dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee).