Risarcimento Danni da Umiliazione sul Posto di Lavoro

Data pubblicazione: 2018-07-23
Tempo di lettura stimato: 3 minuti
Risarcimento Danni da Umiliazione sul Posto di Lavoro

Risarcimento danni da umiliazione sul posto di lavoro: ecco i casi in cui si deve richiedere e le relative modalità

Sappiamo bene che sul posto di lavoro possono avvenire situazioni spiacevoli che umiliano i dipendenti, i quali sono tenuti, in tal caso, a richiedere un risarcimento danni. Infatti ci sono molte accortezze richieste e dovute, in particolare le circostanze dove l'integrità psico-fisica del lavoratore venga messa a repentaglio volontariamente o involontariamente.

Non è assolutamente consentito dare vita a situazioni e contenziosi dove il dipendente venga umiliato con cadenza sistematica. In un caso del genere si può dire che siamo in tutto e per tutto all'interno di una vicenda di mobbing o di un episodio di straining, in cui la vittima è tenuta a richiedere un risarcimento danni.

Quand’è che la circostanza merita risarcimento danni?

Per provare a capire meglio se, laddove la circostanza venga approvata, meriti un corretto risarcimento danni, bisogna avere chiara la differenza tra i due casi principali: il mobbing e lo straining.

Il mobbing:

Il Mobbing si definisce come “danno intenzionale verso il dipendente”, per questo bisogna porre particolare attenzione a che vengano tolte le vicende dove tra datore e lavoratore affiorano solo posizioni divergenti e conflittuali.

Non è quindi semplice l’approvazione di una condotta intenzionale e lesiva da mobbing, da accertarsi con la presenza di alcuni elementi costitutivi:

  • Il ripetersi di comportamenti persecutori, leciti o illeciti, sistematici, che siano contro il dipendente;
  • un continuo e progettato disegno vessatorio diretto contro il dipendente, che sia iniziato a monte delle condotte persecutorie;
  • un chiaro danno alla salute del lavoratore che sia stato provocato dai comportamenti del datore, con uno schema chiaro e palesemente progettato;
  • un chiaro nesso tra il comportamento del datore di lavoro e la lesione dell'integrità psicofisica del dipendente;
  • le prove di un intento persecutorio;

Insomma, il procedimento per provare e dimostrare il fenomeno di mobbing è molto complesso, vista dalla pluralità degli elementi chiarificanti richiesti. In parole povere, una singola situazione lesiva come ad esempio l'umiliazione saltuaria, difficilmente potrà essere motivo chiave di una causa per risarcimento danni da umiliazione sul posto di lavoro.

Lo straining:

Per Straining s’intende invece “umiliazione lesiva”, infatti una persona che venga umiliata per un massiccio lasso temporale potrebbe danneggiare il proprio livello di autostima e la sua socialità ed il livello di qualità della vita e del lavoro potrebbero essere messe a rischio causando nei casi più estremi anche un danno esistenziale, oltre che professionale e di salute.

In questo caso infatti si tratta di una situazione pericolosa in cui anche una singola azione lesiva del datore di lavoro che sia ripetuta nel tempo, innesca un malessere nella mente e nel corpo del dipendente, portandolo anche in depressione e isolamento.

Per concludere, la domanda di risarcimento danni da ripetuta umiliazione sul posto di lavoro può e deve avvenire se correlata ad un fenomeno di straining o di mobbing.

Si consiglia, soprattutto per la tutela della salute del dipendente, di sottoscrivere inoltre anche un’assicurazione sul lavoro che vi tuteli nel caso si debbe trascorrere un periodo senza impiego e quindi senza stipendio mensile prima di vedersi riconosciuti i diritti.