Il Medico del Futuro

Data pubblicazione: 2019-05-22
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Il Medico del Futuro

Come funzionerà il medico del futuro grazie a sviluppo tecnologico e ricerca

A Pisa, in occasione dell'evento #CrossRoads - Percorsi integrati nelle terapie neurologiche, svoltosi presso la Scuola Superiore Sant'Anna, su iniziativa di Sanofi Genzyme, il 21 e 22 settembre scorsi, durante un workshop dedicato, sono stati illustrati agli specializzandi in neurologia i segreti della digital health.

Nevio Dubbini, CEO di Mingful Studio, Marta Gaia Zanchi, Professore Associato presso la Stanford School of Medicine e Giuseppe Turchetti, dell'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa hanno affrontato il tema della gestione del paziente neurologico, soffermandosi in particolare sul patient journey, ossia sul percorso di presa coscienza della malattia e di cura affrontato dal paziente. Tale percorso è stato affrontato in ogni fase, dalla prima consapevolezza e dal riconoscimento dei sintomi, alla diagnosi e alla selezione dei trattamenti, fino al follow-up.

È nell’arco di questo percorso e in ciò che in esso rientra, sia dal punto di vista del paziente sia dal punto di vista del l’intero sistema sanitario, che il contributo apportato dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche può riuscire a portare una maggiore efficienza e trattamenti più efficaci.

Il patient journey attualmente è anche digitale, e riguarda e mette in campo le risorse e l’utilizzo di tutta una serie di tecnologie volte a generare dati.

Si usano dispositivi indossabili e social media e la cosa riguarda dati ospedalieri a inerenti i costi, partendo dagli screening e arrivando agli esami diagnostici.

Medicina e intelligenza artificiale

Nevio Dubbini ha spiegato come la ricerca e le tecnologie introducono trattamenti sempre nuovi e più efficaci, così come cure, tecniche e prassi all’avanguardia e come al tempo stesso, in relazione a tale meccanismo, i dati generati nel corso del patient journey siano essenziali per far consentire di sfruttare al meglio le innovazioni messe in campo.

L'azienda che Nevio Dubbini guida è attiva nell'ambito dell'intelligenza artificiale, della statistica e dei big data. Per quanto riguarda i settori biomedico e farmaceutico i servizi di Miningful Studio si avvalgono del ricorso alla ricerca per dare la massima ottimizzazione ai risultati, affinare la qualità e incentivare la pubblicazione dei lavori.

Dall’analisi incrociata di dati essenziali come fattori di rischio, sintomi emersi, risultati di esami diagnostici e monitoraggio dei pazienti è possibile ottenere diagnosi precoci, che in molti casi segnano il limite tra un trattamento applicabile o meno e che possono significare cure più efficaci, migliorando comunque la qualità di vita dei pazienti.

Dubbini prosegue affermando che tutto ciò può Si può portare a una prevenzione primaria, all’applicazione di modelli predittivi e infine alla cosiddetta medicina personalizzata.

Questo spiega perché è essenziale incrociare, analizzare e connettere dati che al momento non dialogano ancora o risultano inaccessibili.

Si parla di dati di strutture ospedaliere non resi disponibili ad altre strutture, o di dati su patologie o specifici ambiti non accessibili a chi non se occupa direttamente.

Per consentire l’accesso e la disponibilità di tutti i dati interessanti in modo che possano esprimere al massimo la propria potenzialità è stato creato Linked Open Data: un sistema capace di creare una rete globale di dati liberamente accessibili, i cui contenuti possano essere scambiati e interpretati dagli algoritmi. Il paradigma proposto consente ai computer di navigare tra diversi insiemi di dati in un modo molto simile a come accade per la consultazione delle pagine web.

Tale approccio può permettere di far intervenire in modo collaborativo, efficace e strutturato competenze e informazioni ricavate da ambiti differenti ma utili, ciascuna a modo proprio, alla risoluzione di problemi comuni.

Il medico del futuro e le nuove tecnologie

Marta Gaia Zanchi, che dopo aver conseguito una laurea in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milano, vive da 13 anni nel cuore della Silicon Valley insegnando presso la Stanford University, dove dirige il corso di Biodesign in Digital Health, dedicandosi all'imprenditoria (ha creato una startup) e all'attività di consulente e “equity partner” per chi investe in ambito industriale, ha sottolineato come l'innovazione sia un processo da poter essere appreso, praticato e perfezionato, un processo che in ogni caso nasce sempre un bisogno.

In alcuni casi viene inventata una tecnologia sperando che possa rispondere a una domanda.

L'approccio migliore parte da un opposto punto di vista, ossia dalla comprensione profonda di un bisogno dalla quale far scaturire il DNA dell'invenzione tecnologica.

Questo secondo Marta Gaia Zanchi si chiama Biodesign.

L'innovazione permea ogni area della medicina. È impensabile una sanità priva di nuove tecnologie, dai sistemi di supporto alle scelte cliniche, dalle app mediche ai sensori connessi per il monitoraggio.

Tutto ciò ridefinisce il ruolo del medico e il suo rapporto con il paziente, comunque al centro del processo di guarigione che la tecnologia deve riuscire a supportare.

Il workshop di Pisa ha voluto fornire i giusti stimoli e suggerimenti a tutti i giovani pronti ad introdursi nel mondo della medicina con lo sguardo orientato verso il futuro nell’ottica di un panorama sempre più votato all’utilizzo di nuove tecnologie.