La Cedolare Secca Cos’è

Data pubblicazione: 2017-11-23
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
La Cedolare Secca Cos’è

Che cos’è come funziona e chi può utilizzare la cedolare secca

A partire dal 2011 chi dà in locazione un immobile può beneficiare di una tassazione agevolata.

Spesso se ne sente parlare ma nonostante siano trascorsi diversi anni dalla sua introduzione, la confusione è ancora tanta.

 Andiamo dunque a vedere la cedolare secca cos’è e come funziona comprendendo in quali casi può essere applicata e su quali tipologie di immobili.

Procediamo per gradi e iniziamo a risolvere il primo dubbio rispondendo al principale quesito che in molti contribuenti si sottopongono: “la cedolare secca cos’è?”.

La cedolare secca è un’imposta fissa sul reddito che deriva dall’affitto del proprio immobile e sostituisce la tassazione fissa ordinaria che consiste nell’applicazione di aliquote e scaglioni calcolati in base al reddito.

La cedolare secca cos’è e quando può essere applicata

La cedolare secca è una tassazione agevolata e può essere richiesta da tutti i proprietari di immobili o da coloro che posseggono il diritto di godimento (come l’usufrutto).

Può essere applicata solo ad immobili adibiti ad abitazione, mentre, sono esclusi quelli relativi all’attività professionale o d’impresa.

Nello specifico può essere scelta nel caso delle categorie catastali  A/1 (abitazioni di tipo signorile), A/2 (abitazioni di tipo civile), A/3 (abitazioni di tipo economico), A/4 Abitazioni di tipo popolare, A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare,  A/6 Abitazioni di tipo rurale, A/7 Abitazioni in villini, A/8 Abitazioni in ville, A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici,  A/10 Uffici e studi privati, A/11 Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi.

La cedolare secca cos’è e come funziona il modello RLI

La cedolare secca è un’imposta sostitutiva che ha come fine ultimo quello di rendere meno gravoso l’onere fiscale sulle locazioni combattendo così il fenomeno degli affitti in nero. Sostituisce il regime di tassazione ordinario, l’irpef ad aliquote progressive, le imposte di bollo e di registro.

Può essere richiesta al momento della registrazione del contratto per mezzo del modello RLI (registrazione locazione immobili). Quest’ultimo è stato introdotto dall’agenzia delle entrate e reso obbligatorio a partire dal 19 Settembre 2017. Sostituisce in tutto e per tutto i precedenti modelli Siria e 69.

Oltre a permettere l’adesione alla cedolare secca, il modello RLI ha diversi scopi. Deve, infatti, essere utilizzato per la registrazione dei contratti di locazione, per le cessioni, i subentri e per la risoluzione dei contratti d’affitto.

Tutte le istruzioni per l’utilizzo, la compilazione e la trasmissione del modello RLI sono allegate al documento stesso, scaricabile dal sito dell’agenzia delle entrate in formato pdf.

La cedolare secca cos’è 2017

Oltre all’introduzione del modello RLI di cui abbiamo parlato sopra, nel 2017 sono state introdotte altre importanti novità sulla cedolare secca che sono: la possibilità di applicare la tassazione agevolata sui contratti transitori ed il tacito rinnovo.

Precedentemente al DL 193/2016 la tassazione agevolata poteva essere scelta da coloro che effettuavano contratti a canone concordato 3+2 e dai contribuenti che sottoscrivevano contratti d’affitto per studenti universitari fuori sede. Da quest’anno la cedolare secca è applicabile anche ai contratti transitori.

Per quanto riguarda la proroga del contratto di locazione a cedolare secca, dopo il recente provvedimento, è stato introdotto il rinnovo automatico. L’importante è aver mantenuto un comportamento coerente con il fisco ovvero aver effettuato tutti i versamenti dell’imposta ed aver dichiarato i redditi da locazione a cedolare secca in dichiarazione dei redditi.

Cedolare secca: quanto si paga

Molti contribuenti oltre a chiedersi “la cedolare secca cos’è” si domandano anche a quanto ammonta l’importo che bisogna versare e quali sono i termini per il pagamento.

Proviamo a chiarire anche questo dubbio. La cedolare secca può corrispondere  al 10% oppure al 21% del reddito di locazione. Dipende dalla presenza di alcune condizioni.

La cedolare secca è del 10% (ma probabilmente dal prossimo anno salirà al 15% come era in principio) nei seguenti casi:

  • Contratti a canone concordato in comuni soggetti a calamità naturali
  • Contratti a canone concordato in comuni scarsamente popolati
  • Contratti a canone concordato in comuni densamente popolati
  • Contratti d’affitto a studenti universitari
  • Contratti transitori

Per i contratti a canone libero la cedolare secca è, invece, del 21%.

La cedolare secca quali sono i termini per il pagamento

Le imposte relative al reddito derivante dall’affitto dell’immobile devono essere versate negli stessi tempi e modalità previste per l’IRPEF. Per quanto riguarda l’acconto, quest’ultimo deve essere versato in un’unica soluzione in caso di un importo inferiore ai 257,52 euro. Nel caso in cui sia, invece, superiore ai 257,52 €, l’acconto, deve essere versato in  due rate, la prima entro il 16 giugno e la seconda entro il 30 novembre.

Il saldo si versa entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento.

Conclusione

La cedolare secca rappresenta una buona soluzione per risparmiare del denaro avendo la possibilità di usufruire di una tassazione agevolata.

Un aspetto che, invece, non bisognerebbe tralasciare anche se così facendo si risparmierebbero ulteriori soldi è l’assicurazione affitto. Quest’ultima, infatti, permette di avere la certezza di percepire i propri canoni anche quando gli inquilini rifiutano di pagare.